Maestà, gloriosa maestà

Di Jack Williams Hayford, ministro di culto pentecostale, nonché scrittore e compositore di inni e figura di spicco della denominazione pentecostale americana “International Church of the Foursquare Gospel”, abbiamo scritto a margine del brano n. … Questo inno è in assoluto il più conosciuto di Hayford. Tradotto in oltre 100 lingue, è presente nelle più importanti raccolte innologiche a livello internazionale (anche in Italia, negli innari delle Chiese Pentecostali ADI, della Chiesa Avventista e delle Chiese evangelicali dell’UCEB). Fu scritto nel 1978 ed ecco in quali circostanze, raccontate dallo stesso Jack Hayford: “Verso la fine del 1977 mia moglie Anna ed io andammo a trascorrere la nostra vacanza in Gran Bretagna. Viaggiammo per tutto il Paese, dal sud al nord, fino in Scozia.
Era l’anno in cui ricorreva il 25° anniversario dell’incoronazione della regina Elisabetta, e i simboli della regalità erano presenti un po’ dappertutto. Mi venne allora di pensare con insistenza a Cristo, al rapporto tra credente e Salvatore, che non può essere circoscritto al solo perdono del peccato. Occorre ripristinare un rapporto reale con Dio come figli e figlie nati nella Sua famiglia attraverso la Sua maestà, attraverso Gesù Cristo. All’interno di tale rapporto noi siamo chiamati ad una nuova dimensione, cioè quella di eredi di Dio e coeredi di Cristo. Visitammo diversi castelli e pensai che chi era nato lì era poi naturale che in qualche modo avrebbe potuto influenzare il mondo e le sue sorti. Mi venne così in mente di scrivere questo inno, intitolato appunto “Maestà”, che iniziai a dettare a mia moglie (a causa di questo fatto lei ancora insiste ridendo che è stata lei a scrivere ”Majesty!), anche se poi fu perfezionato nei mesi successivi a casa (ndr.: 1978, California). Davvero riempì il mio cuore il senso della regalità di Cristo Gesù, della Sua dignità e maestà. Mi sembrò di aver capito finalmente che il trionfo della croce non consiste solo nel fatto che Gesù ci ha liberato dalle catene della schiavitù e ci ha restituito alla comunione con il Padre, ma ci ha anche introdotti ad una vita di autorità sul peccato, portandoci in pratica ad una partnership con Lui sul Suo Trono (cfr. Efesini 2:1-7)”.